È già ora di parlare di Industria 5.0? E l’Industria 4.0, che fine ha fatto?
Chiariamo subito le cose: questi termini non vanno considerati come due alternative opposte. Piuttosto, si tratta di affiancare al paradigma 4.0 dei nuovi concetti che sono propri, appunto, dell’Industria 5.0, maggiormente rivolta verso la sostenibilità e verso il fattore umano.
Industria 4.0: a che punto siamo
La pandemia ha accelerato la digitalizzazione delle aziende: le nuove tecnologie 4.0 sono entrate stabilmente a far parte dei sistemi industriali, configurando così un modo molto diverso di lavorare, basato sulla connettività e sull’innovazione. Merito anche delle agevolazioni fiscali previste dal Piano Nazionale Transizione 4.0, che ha accelerato il processo e coinvolto anche le PMI, rimaste in un primo momento lontane dalla quarta rivoluzione industriale: oggi, in Italia, circa il 75% delle aziende ha intrapreso progetti di digitalizzazione dei macchinari e dei processi.
Qual è il prossimo passo? È sicuramente necessario guardare al futuro, portando l’attenzione su quei problemi che sono diventati ormai troppo urgenti per essere ignorati, in primis quelli che riguardano la sostenibilità e l’impatto che il settore industriale ha sul pianeta e sulla società. Il concetto di “sviluppo” è per sua natura dinamico: quello che bisogna fare ora è dunque dare una nuova rotta al paradigma dell’industria 4.0, migliorarlo ed estenderlo affinché possa venire incontro a questi bisogni.
È il momento di parlare, quindi, di Industria 5.0.
Industria 5.0: che cos’è? La definizione della Commissione UE.
Il rapporto della Commissione Europea pubblicato nel gennaio 2021, in cui disegna l’industria del futuro, dà una precisa definizione di Industria 5.0:
L’Industria 5.0 fornisce una visione di industria che supera i concetti di efficienza e produttività come obiettivi primari, puntando a rafforzare il ruolo ed il contributo dell’industria nella società. Mette al centro del processo produttivo il benessere del lavoratore e utilizza le nuove tecnologie per portare prosperità al di là dell’occupazione e della crescita, nel rispetto dei limiti di produzione del pianeta.
Analizziamo meglio questa definizione.
Se la sola definizione non dovesse bastare, possiamo comprendere gli aspetti chiave dell’Industria 5.0 anche dal sottotitolo del rapporto della Commissione Europea: “Verso un’industria europea sostenibile, umanocentrica e resiliente”.
Industria 5.0 e sostenibilità
La sostenibilità è uno dei principi cardine dell’Industria 5.0. Il peggioramento della crisi climatica e ambientale obbliga a mettere in discussione il modello industriale globale: ecco quindi che nel rapporto della Commissione Europea si cerca di definire come rendere l’attività produttiva industriale meno impattante a livello ambientale, sviluppando allo stesso tempo competitività e benefici economici. Alcune delle attività promosse:
Se l’Industria 5.0 affonda le sue radici nella 4.0, le tecnologie impiegate per svolgere questa attività non possono che essere quelle tipiche della quarta rivoluzione industriale: per esempio, l’Additive Manufacturing concorre a ridurre gli sprechi e a consumare meno risorse, l’Internet of Things e l’analisi dei Big Data possono essere utilizzati per il controllo e la gestione dei consumi energetici.
Uno sviluppo antropocentrico
Un concetto preciso alla base del secondo obiettivo dell’Industria 5.0: “Piuttosto che domandarci cosa noi possiamo fare per la tecnologia, chiediamoci cosa la tecnologia può fare per noi”. L’industria 5.0 sposta il focus sul lavoratore, sul suo benessere e sul suo ruolo nel processo produttivo. La Commissione Europea riflette su come si possa modellare il processo produttivo perché si adatti ai bisogni della persona, piuttosto che richiedere al lavoratore di adattare continuamente ed in modo sempre più rapido le sue capacità all’inarrestabile progredire tecnologico.
Ciò che si punta a realizzare in futuro è quindi una condizione di equilibrata collaborazione tra macchine e uomo, nell’ottica di migliorare la qualità della vita delle persone.
La resilienza dell’Industria 5.0
La resilienza è la capacità di un sistema di ritornare in tempi brevi al suo stato iniziale dopo essere stato sottoposto ad un evento non prevedibile che l’ha allontanato da quello stato. Se applicata al contesto produttivo ed industriale, questa definizione ci porta immediatamente a pensare a tutti gli shock subiti dall’economia in questi ultimi due anni: la pandemia su tutti, l’aumento vertiginoso dei costi dell’energia, la scarsità di materie prime, la guerra in Ucraina, la crisi della supply chain. Ma anche agli attacchi informatici, sempre più frequenti e sempre più gravi, che colpiscono indistintamente grandi aziende e PMI.
L’Industria del futuro che la Commissione Europea delinea invece è resiliente e flessibile, capace di resistere ai vari traumi e di adattarsi velocemente ai cambiamenti. Come raggiungere un buon grado di resilienza? Attraverso:
Industria 5.0: il futuro è vicino
Sostenibilità, sviluppo antropocentrico e resilienza sono le caratteristiche fondamentali dell’industria 5.0. Si tratta di obiettivi che il comparto industriale deve impegnarsi a raggiungere fin da subito: gli avvenimenti attuali ci ricordano ogni giorno quanto queste questioni siano urgenti e delicate. Il futuro sembra più vicino che mai: le tecnologie 4.0 applicate ai valori dell’industria 5.0 possono aiutarci a raggiungerlo e ad affrontarlo più forti e più preparati.