Mercoledì 10 marzo 2022 si è svolto “Industry 4.0 360 Summit”, evento organizzato da Innovation Post e Industry4Business, testate giornalistiche dedicate alla cultura e all’informazione digitale.

L’evento, che ha ospitato numerosi esperti del settore, è stato dedicato alle trasformazioni e alle nuove possibilità portate dal paradigma dell’Industria 4.0 che hanno coinvolto e coinvolgeranno in futuro il settore manifatturiero italiano. Centrali i temi della sostenibilità e delle opportunità economiche fornite dal PNRR e dal Piano Nazionale Transizionale 4.0.

Digitalizzazione e sostenibilità: le rivoluzioni gemelle

Non soltanto transizione digitale. Non soltanto transizione ecologica. Oggi si parla di “twin revolutions”: ovvero le rivoluzioni gemelle, che avanzano di pari passo e che impattano in maniera significativa sulla società. Parlare dell’una senza prendere in considerazione l’altra non è più possibile: la digitalizzazione deve essere progettata nell’ottica della sostenibilità, argomento sempre più centrale nella nostra quotidianità.

Lo studio dei trend, infatti, dimostra come l’attenzione del consumatore sia sempre più posta non soltanto alle funzionalità del prodotto, ma anche al suo impatto ambientale. Per questo motivo, le aziende dovranno essere preparate a rispondere alle domande sempre più consapevoli dei consumatori (come ad esempio quelle sui consumi energetici dei prodotti) e, in primis, a cercare di sviluppare beni che impattino il meno possibile sull’ambiente. Per offrire servizi e prodotti più competitivi ed attrattivi le imprese devono riuscire a coniugare queste due percorsi aumentando il proprio grado di digitalizzazione e la propria sensibilità ai valori della sostenibilità.

In che modo le due rivoluzioni dipendono l’una dall’altra?

Facciamo qualche esempio. Grazie allo sviluppo della tecnologia oggi ci è possibile fare cose come progettare simulazioni digitali, convertire l’attività di prototipazione da fisica a virtuale, riducendo così consumi e sprechi, entrare in possesso dei dati sul consumo dei macchinari per programmarne un uso più efficiente, ridurre gli impatti ambientali del trasporto pianificando gli approvvigionamenti di materiali grazie a modelli predittivi.

Questo è stato lo scopo di uno dei progetti realizzati attraverso il nostro software 4.0 Merlin Connect. Puoi leggerlo qui → “Industria 4.0 e settore alimentare: un caso pratico

Il concetto di servitizzazione

In questo senso, il concetto di servitizzazione diventa ancora più importante.

Con il termine servitizzazione si identifica una strategia di vendita che affianca al prodotto fisico l’offerta di servizi più avanzati, che rendono più completo il prodotto in sé e che allo stesso tempo supportano il cliente nell’attività quotidiana. Ne è un classico esempio il fornitore di macchine utensili che, insieme al bene, offre al cliente anche il software che ne permette l’interconnessione 4.0.

Prendiamo l’esempio di macchinari che consumano molto energia, come ad esempio un forno, una macchina per la lavorazione del vetro o della ceramica. Servitizzare beni di questo tipo, affiancando il software che consente la lettura dei dati di produzione, di consumo energetico, di utilizzo e usura componenti, permette di operare in maniera sostenibile, con vantaggi evidenti sia lato fornitore che lato cliente:

  • Cliente: conoscenza approfondita del macchinario, risparmio energetico che consente di rientrare più velocemente dell’investimento, maggiori funzionalità, vantaggi economici.
  • Fornitore: servitizzare significa diversificare i flussi di entrate e lavorare non più sui volumi di vendita, ma sulla base già installata. Non si parla di smettere di vendere il prodotto fisico, al contrario: si creano nuove soluzioni che rispondono alle esigenze di mercato, come appunto quelle legate alla sostenibilità, diversificando e aumentando i ricavi. Un servizio infatti ha più alta marginalità rispetto ad un prodotto fisico, e oltretutto non viene interessato da eventuali instabilità di mercato (aumento dei prezzi delle materie prime, problemi di approvvigionamento dei materiali eccetera).

Agevolazioni 4.0 tra PNRR, novità, cambiamenti

Possiamo dire che le politiche di Industria 4.0 abbiano raggiunto (e stiano mantenendo) gli obiettivi per cui erano state pensate, ovvero dare una forte spinta verso la digitalizzazione delle aziende italiane? I dati fin qui raccolti ci fanno rispondere di sì, non soltanto dal punto di vista tecnologico, ma anche dal lato economico e culturale.

Negli ultimi mesi si sono susseguite diverse novità:

  • Proroga consegna macchinari: nel Piano Transizione 4.0 era previsto che i beni ordinati nel 2021, per poter contare sull’aliquota del credito di imposta del 50%, dovessero essere consegnati entro il 30/06/2022. A causa della crisi degli approvvigionamenti e delle materie prime, molti produttori si erano detti però non in grado di rispettare tale scadenza: per questo motivo, il Ministero ha concesso una proroga dei termini, portando la data al 31/12/2022.

  • Cumulabilità tra contributi PNRR e altre agevolazioni: dopo la confusione provocata dalla circolare n. 21 della Ragioneria dello Stato dell’ottobre 2021, in cui si parlava di divieto di “doppio finanziamento”, il 31 dicembre 2021 è arrivata la specifica: il doppio finanziamento è cosa diversa rispetto al concetto di cumulabilità, che è e rimane consentito. Le imprese possono quindi richiedere per unico progetto di digitalizzazione contributi provenienti da fonti diverse, a condizione che questi non superino poi il 100% del valore totale dell’investimento.

  • Triennio 2023-2025: a partire dal 2023 le aliquote delle agevolazioni fiscali per l’Industria 4.0 verranno dimezzate. Questo significa che le aziende devono agire ora e capire che lo sviluppo digitale non è più da considerarsi vantaggio competitivo, bensì prerequisito fondamentale per continuare ad operare secondo gli attuali standard di mercato.

Il credito di imposta per la formazione 4.0 non verrà rifinanziato: purtroppo questo contributo non è stato sfruttato a pieno dalle aziende, ed è sempre rimasto secondario. Per le imprese interessate c’è però un’alternativa, il Fondo Nuove Competenze: cofinanziato dal Fondo sociale europeo, consente ai dipendenti di seguire corsi di formazione all’interno dell’orario lavorativo. Le ore di stipendio del personale in formazione sono a carico del fondo.

Oltre al PNRR, ci sono tantissime risorse a livello europeo. Il consiglio degli esperti è però quello di avere un approccio basato sul lungo periodo, piuttosto che sulla mera ricerca di fondi: partire da un progetto di digitalizzazione che punti alla competitività e alla sostenibilità e, una volta stabilito questo, costruire attorno all’azienda un supporto finanziario attingendo da tutte le risorse disponibili, anche in ottica di cumulabilità.

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