Incentivi Industria 4.0 2023: facciamo il punto della situazione. A partire dal 1° gennaio, quali sono le misure a cui le aziende possono accedere per sostenere i propri progetti di innovazione 4.0? E quali cambiamenti o novità possiamo aspettarci per i prossimi mesi?
Piano Transizione 4.0: le aliquote previste per il 2023
Iniziamo col dire che per quanto riguarda il Piano Transizione 4.0, ci sono due novità importanti:
Quest’ultimo punto sta destando preoccupazione nel mondo dell’industria e della manifattura. La proroga del Piano Transizione 4.0, infatti, viene già da parecchi mesi richiesta a gran voce da diversi esperti e attori coinvolti nel processo di digitalizzazione delle imprese italiane. Ci si aspettava che la proroga venisse confermata con la Legge di Bilancio 2023, ma questo non è avvenuto, ed ora siamo in una sorta di “zona grigia”: nonostante gli incentivi dedicati all’Industria 4.0 non siano spariti del tutto, le aliquote attuali vengono giudicate troppo basse e non corrispondenti ai reali bisogni delle aziende italiane, che invece avrebbe bisogno di un supporto economico maggiore.
La richiesta di mantenere inalterati gli incentivi per l’Industria 4.0 nel 2023 è supportata anche da dati oggettivi che dimostrano come in questi anni abbiano portato davvero a dei benefici concreti per le aziende italiane:
- L’Italia è il quarto produttore e consumatore mondiale di macchine utensili: nel 2021 la domanda interna di beni strumentali è aumentata del 40% ed il valore della produzione ha raggiunto quota 5.690 milioni di euro.
- Avanzamento nell’indice DESI: da sempre, nell’indice di digitalizzazione dei Paesi Europei l’Italia si classifica nelle ultime posizioni. Nonostante ci sia ancora tantissimo da fare per recuperare, nel 2022 abbiamo fatto dei passi avanti, anche per merito della spinta fornita dal Piano Industria 4.0 dal 2017 a oggi.
- Nonostante la pandemia, gli investimenti 4.0 non si sono mai fermati (+8% registrato solo nel 2020).
Vedremo che cosa succederà nei prossimi mesi. Nel frattempo, il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Urso ha anticipato che il Governo sta trattando con l’Unione Europea per destinare una parte delle risorse del PNRR non ancora utilizzate al rifinanziamento del Piano Industria 4.0.
Nuova Sabatini 2023
È stata invece riconfermata la “Nuova Sabatini”, la misura a sostegno dell’acquisto o dell’acquisizione in leasing di macchinari, attrezzature, impianti, beni strumentali ad uso produttivo, hardware e software. La Legge di Bilancio 2023, infatti, ha stanziato ulteriori 150 milioni a supporto delle PMI che desiderano rafforzare i propri sistemi produttivi (nello specifico, 30 milioni per il 2023 e 40 milioni ciascuno per gli anni 2024 – 2025 – 2026).
La novità importante, in questo caso, riguarda gli investimenti green: dal 1° gennaio, esattamente come già avveniva per gli investimenti 4.0, è prevista una maggiorazione del contributo del 30% per l’acquisto o l’acquisizione in leasing di beni strumentali a basso impatto ambientale che abbiano il preciso obiettivo di migliorare la sostenibilità dei prodotti e dei processi produttivi delle aziende che ne fanno richiesta.
Inoltre, è stato prorogato di ulteriori sei mesi il termine per l’ultimazione degli investimenti oggetto dei finanziamenti agevolati dalla Nuova Sabatini stipulati dal 1° gennaio 2022 al 30 giugno 2023.
Incentivi Industria 4.0 2023: la proroga del Bonus Sud
Tra gli incentivi Industria 4.0 2023 troviamo anche il Bonus Sud, oggetto anch’esso di proroga. La misura, che consiste in un credito d’imposta a sostegno degli investimenti nelle strutture produttive del Mezzogiorno, è stata estesa fino al 31/12/2023.
L’agevolazione arriva fino al 45% della spesa sostenuta e può essere richiesta dalle aziende i cui impianti produttivi siano ubicati in Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna, Abruzzo o Molise.